di Simone Graziani
La frode viene spesso vista come un “reato affascinante”, perché nell’immaginario collettivo viene vista come un ingegno intellettuale per il modo in cui viene concepita e poi realizzata.
Pensiamo ad esempio al film “Prova a prendermi” con Leonardo Di Caprio, che racconta la vita del truffatore Frank Abagnale Jr oppure “Il lupo di Wall Street”, sempre con Di Caprio nei panni dello spregiudicato broker Jordan Belfort , per passare a “Madoff”, basato sulla storia ben nota del finanziare newyorkese Bernie Madoff e del suo schema Ponzi utilizzato per finanziare la più grande truffa d’America, per finire col nostro Totò, che cerca di vendere la fontana di Trevi in Totòtruffa. Anche al cinema il truffatore diventa quasi un beniamino nel racconto e nella narrazione della storia.
Questo è dovuto anche al fatto che la frode non implica l’utilizzo di forza o di violenza, a danno del frodato, suscitando per le sue modalità quasi ammirazione, quando appaiono nei mezzi di informazione.
L’associazione ACFE (Association of Certified Fraud Examiners) definisce la frode come “l’abuso del proprio ruolo per un arricchimento personale facendo leva sull’utilizzo degli asset e delle risorse aziendali”. Per gli standard AIIA (Associazione Italiana Internal Auditors) invece è “qualsiasi atto illegale caratterizzato da raggiro, occultamento e abuso di fiducia”.
L’autore della frode agisce in maniera tale da indurre in errore la vittima attraverso artifici e raggiri, procurando a sé stesso o ad altri un vantaggio ingiusto unito a un ingiusto danno per la vittima o per altri.
La frode è un crimine che non accade in maniera casuale, ma solo in presenza di specifici fattori che permettono di realizzarla. Il triangolo delle frodi è un modello sviluppato oltre 60 anni fa chesi propone come modello usato per spiegare tali fattori, per i quali un individuo si trova a commettere una frode.
Consiste di 3 elementi i quali, assieme, conducono ad un comportamento fraudolento:
Ha origini da una ipotesi di Donald Cressey, secondo la quale “Le persone tradiscono la fiducia che è stata loro accordata quando si trovano di fronte ad un problema finanziario non condivisibile con altri, quando sono consapevoli che questo problema può essere segretamente risolto approfittando del proprio ruolo a danno dell’organizzazione, e quando sono capaci di fare convivere la concezione di loro stessi come persone degne di fiducia con quella di utilizzatori non autorizzati deifondi o delle proprietà loro affidate[1]”.
Per Cressey il “triangolo della frode” può essere visto e analizzato come il “triangolo del fuoco”, dove il processo di combustione è formato dall’ossigeno, dal calore e dal combustibile: l’incendio si sviluppa se necessariamente sono presenti tutti e tre gli elementi e per essere spento è sufficiente bloccare uno dei tre fattori scatenanti.
Concentriamo ora la nostra attenzione sui tre fattori elencati, perché saranno determinanti per l’individuazione dei possibili casi di frode in azienda.
Esempi di riduzione delle pressioni situazionali sono:
Il triangolo delle frodi fornisce un modello di riferimento per le organizzazioni, per analizzare le loro vulnerabilità alle frodi e ai comportamenti non etici[2].
Il primo passo per la creazione di un efficace programma di gestione del rischio di frode aziendale è l’analisi del cosiddetto “Ambiente di Controllo”, che rispecchia l’attenzione del Top Management alla cultura di controllo interno dell’organizzazione. Esso è scomponibile in 4 elementi di analisi per il rischio frode:
Il secondo passo è il Fraud Risk Assessment, che è invece il processo di identificazione e valutazione dei rischi di frode al fine di identificare i processi sensibili e individuare le azioni di miglioramento da apportare al sistema di controllo interno. Successivamente verranno individuate le attività di controllo della frode (fraud detection e fraud prevention), e dovrà essere definita un efficace piano di comunicazione aziendale al fine di mantenere alta la consapevolezza del rischio di frode. Da ultimo un costante e efficace monitoraggio del programma di gestione del rischio di frode.
Al fine di avere un efficace gestione del rischio di frode non si può dimenticare che, come dettagliato da uno studio di ACFE, per la metà dei casi le frodi vengono individuate in seguito a comunicazioni o lamentele da parte di dipendenti, clienti, fornitori e altre fonti (whistleblowing).
È auspicabile quindi che l’azienda si doti di un Whistleblowing Program, in prima istanza rivolto ai dipendenti aziendali, che disciplini e implementi idonei canali informativi atti a garantire la ricezione, l’analisi e il trattamento di segnalazioni relative a possibili casi di frode.
Va ricordato che la formazione all’interno dell’azienda
rappresenta però il mezzo più efficace nella prevenzione delle frodi.
[1] Donald R. Cressey, Other People’s Money (Montclair: Patterson Smith, 1973) p. 30.
[2] http://www.brumellgroup.com/news/the-fraud-triangle-theory/